giovedì 12 luglio 2012

Altaïr Ibn-La'Ahad

Altair Ibn-La'Ahad (11 gennaio 1165 - 12 agosto 1257; Arabo:الطائر إبن لا أحد), fu un membro dell'Ordine degli Assassini e, dal 1191 fino alla morte, il loro Mentore.
Cresciuto per diventare un Assassino dalla nascita, Altaïr ottenne il rango di Maestro Assassino a venticinque anni. Tuttavia, dopo il suo fallimento all'ottenimento della Mela da Roberto di Sable all'inizio del 1191, e la successiva invasione dei Templari di Masyaf, sede dell'Ordine degli Assassini, fu declassato al rango di novizio e inviato alla ricerca di redenzione.
Con il compito di uccidere nove persone, che, a sua insaputa, componevano i ranghi dell'Ordine dei Templari in Terra Santa, Altaïr iniziò una missione per cambiare i suoi modi di agire e liberare il regno dalla corruzione dei nove. Durante la sua ricerca però, Altaïr venne a sapere di un complotto ben più sinistro di quanto originariamente creduto. Completata la sua missione di uccidere i nove bersagli, e liberato l'Ordine dal suo infimo Gran Maestro Al Mualim, Altaïr salì al rango di Gran Maestro, portando gli Assassini ad agire con molta più discrezione di prima.[1]
Grazie alla Mela, Altaïr modificò lo stile di vita dell'Ordine, scrivendo nel frattempo il suo leggendario Codice per le generazioni successive. Il suo nome continuerà ad essere ricordato nell'Ordine, influenzando notevolmente la vita dei suoi discendenti. La sua discendenza contiene una figura importante all'interno dell'Ordine degli Assassini: Desmond Miles.

Biografia

Gioventù

Addestramento

Altaïr nacque da genitori Assassini

Durante la sua infanzia, come tutti i bambini nati nella Confraternita, venne separato dai genitori per essere addestrato da Al Mualim, superando rapidamente i suoi compagni in abilità. A causa delle regole dell'Ordine, che, secondo Al Mualim, l'amore avrebbe fatto gli Assassini più deboli, e per il loro addestramento costante, il padre di Altair non mostrò amore verso di lui, anche se si sentiva di aver soppresso i suoi veri sentimenti per il bene dell'Ordine e la sua causa.
La madre di Altaïr morì alla nascita del figlio, e il padre Umar venne giustiziato dai Saraceni per aver ucciso un nobile saraceno a Masyaf quando Altaïr aveva 11 anni. Nonostante le sue urla nei momenti precedenti all'esecuzione del padre, Altaïr non sentì alcun dolore reale. Considerava infatti più come un padre Al Mualim che il suo padre biologico, anche se l'amore per Al Mualim era "debole e disonesto".
Altaïr crebbe assieme ad Abbas Sofian. I due erano degli ottimi amici, fino a quando Altaïr gli rivelò che il padre di Abbas, Ahmad, si era suicidato nella sua casa. Dopo che Altaïr parlò anche agli altri Assassini di questo, Abbas sviluppò un odio personale per lui, credendo che stava dicendo bugie.

Promozione a Maestro Assassino

Nel 1189, quando Altaïr aveva 24 anni, Masyaf venne attaccata dai Templari, aiutati da un loro alleato, Haras, che si era infiltrato nell'Ordine. Durante la battaglia, Altaïr tornò a Masyaf col suo cavallo, salvando un Assassino dai Templari, che lo avevano ferito alla caviglia. Altaïr venne informato da Abbas del tradimento, e che i Templari avevano occupato la cittadella, in cui era rimasto Al Mualim. Altaïr ordinò ad Abbas di aggirare assieme agli altri i Templari nel villaggio e spingerli nella gola, mentre Altaïr si occupava di entrare nel castello e salvare Al Mualim.[2]
Altaïr si diresse quindi verso la fortezza, uccidendo i soldati Templari e salvando gli abitanti del villaggio in pericolo. Giunto alle porte della fortezza, venne accolto dal traditore, che bloccò Altaïr all'ingresso. Una volta chiuse le porte, il traditore iniziò a giustiziare gli Assassini che aveva catturato, tra cui Al Mualim, nel cortile con una balestra. Altaïr, rimasto fuori dalla fortezza, riuscì a scalare delle impalcature all'esterno delle mura. Da lì, percorrendo velocemente le mura, si lanciò su un tetto, da cui assassinò il traditore, salvando Al Mualim.[2]
In seguito a quegli eventi, Altaïr si era guadagnato il rispetto di Al Mualim, ed era stato promosso al rango di Maestro Assassino. Saputo ciò, Abbas sputò vicino ai piedi di Altaïr, che si limitò invece a schernirlo. Fu la prima volta in cui Altaïr dimostrò la sua arroganza, che anni dopo causò gravi perdite all'Ordine.[2]

Ricerca del Calice

Nel 1190, la minaccia di un'altra crociata si profilava. Altaïr aveva già raggiunto il rango di Maestro Assassino, e venne incaricato di recuperare un antico artefatto conosciuto come il Calice. Appreso che, al fine di completare il suo compito, doveva ottenere tre chiavi dai loro proprietari Templari, Altaïr iniziò la sua ricerca.[5]
Recatosi a Damasco, Altaïr incontrò un Rafiq, che gli disse che il mercante Tamir aveva stretti legami con i Templari nella zona. Dopo aver interrogato Misbah, un uomo che aveva dei contatti con Tamir, Altaïr fronteggiò Tamir e, prima di ucciderlo, apprese che il Calice era rinchiuso nel Tempio della Sabbia e che erano necessarie tre chiavi per entrarvi.[5]
Altaïr visitò quindi la danzatrice Fajera, che era inizialmente riluttante a contribuire con lui, facendo combattere Altaïr contro un uomo conosciuto come Badr. Dopo aver sconfitto l'uomo e catturato Fajera, Altaïr ottenne la prima delle tre chiavi, e scoprì che un uomo presso l'ospedale templare di Tiro avrebbe potuto aiutarlo a trovare le altre chiavi.[5]
Arrivato a Tiro, Altaïr cercò Hamid, il Rafiq locale, dal quale apprese che Ronald Napule, capo del l'ospedale e Templare, aveva discusso con qualcuno di recente. Per entrare nell'ospedale, Altaïr navigò nelle fogne, entrando nell'edificio dal basso con l'obiettivo di assassinare Rolando. Altaïr ottenne la seconda chiave da un prigioniero di Rolando: un uomo anziano che era stato al misterioso Tempio del Calice.[5]
In viaggio verso Gerusalemme assieme a Kadar, un Assassino del posto, Altaïr apprese che il capo dell'Ordine dei Templari, Lord Basilisk, di solito era nel palazzo reale di Gerusalemme con il re, e che aveva in suo possesso la terza chiave. Il re stava progettando di organizzare una festa a non troppo tempo da allora, e per avvicinarsi a Basilisk, Altaïr logicamente decise di scoprire dove si farà la festa.[5]
Ascoltando alcune delle conversazioni tra i nobili, Altaïr interrogò Ayman, uno degli invitati alla festa, e scoprì dove ci sarebbe stata la festa. Infiltratosi grazie all'aiuto di uno degli uomini di Kadar, Altaïr incontrò Lord Basilisk per la prima volta.[5]
Dopo una breve battaglia con lui, Altaïr riuscì a recuperare la chiave, ma non ebbe avuto il tempo di uccidere il Templare, che era fuggito. Tuttavia, nell'azione, ha anche collaborato alla difesa di Acri, e ha rivelato l'identità di un traditore degli Assassini, il vice-comandante dell'Ordine Harash.[5]
Affrettatosi all'interno della fortezza dell'Ordine ad Aleppo, Altaïr affrontò il traditore Harash, ei due si fronteggiarono in duello. Dopo una breve lotta, Altaïr ne uscì vittorioso.[5]
Alla fine, prossimi al Tempio grazie a una socia di nome Adha, Altaïr venne stupito quando scoprì che lei era il Calice. Dopo questa rivelazione tuttavia, Basilisk la rapì, portandola a Tiro.[5]
Arrivato al porto di Tiro, Altaïr incontra ancora una volta Basilisk. Quindi, i due combatterono di nuovo, con il duello che termina con la morte per mano di Altaïr di Basilisk. Di conseguenza, Altaïr scopre che Adha non si trovava sulla nave di Basilisk, ma era tenuta prigioniera su un'altra nave.[5]
Sarebbero passati anni prima che Altaïr possa riuscire a ritrovare Adha, ma era troppo tardi per salvarla, tutto quello che poteva fare era vendicarla. In una rabbia furiosa ed emotiva, Altaïr diede la caccia e uccise tutti responsabili della morte di Adha, anche se l'atto non lo ha portato a nessuna gioia, in quanto le sue azioni non potevano riportarla indietro.[3]

Caduta e riscatto di Altair

Fallimento al Tempio di Salomone

All'inizio del 1191, Altaïr e i confratelli Malik e Kadar Al-Sayf avevano ricevuto il compito di recuperare un artefatto dai Templari nascosto nel Tempio di Salomone. Progredendo attraverso dei tunnel sotterranei, Altaïr ruppe due principi del Credo degli Assassini, ma con arroganza respinse il monito di Malik contro le sue azioni, fiducioso nella sua maestria di Assassino.[1]
Infine, dopo aver visto nel tempio il peggior nemico dell'Ordine, Roberto di Sable, Altaïr ruppe un altro dogma, compromettendo la sicurezza della Fratellanza. Dopo aver tentato di uccidere il Gran Maestro dell'Ordine dei Templari dopo aver fatto conoscere la sua presenza, Altaïr venne facilmente contrastato e gettato fuori dal tempio, lasciando Malik e Kadar soli con i Templari. Altaïr fuggì dal tempio di Gerusalemme per segnalare il suo fallimento all'Ordine.[1]

Assedio di Masyaf

Al suo ritorno a Masyaf, Altaïr informò Al Mualim di aver fallito nell'acquisire il tesoro dei Templari, e venne sgridato aspramente per questo. Tuttavia, poco dopo, Malik, sopravvissuto, tornò con il manufatto, ma da solo e con il braccio sinistro gravemente ferito.[1]
Prima di poter fare altro, però, i Templari attaccarono Masyaf, prendendo il villaggio, massacrando i suoi abitanti, e assediando il castello. Altaïr utilizzò una trappola nascosta nella fortezza, scatenando un fiume di tronchi abbattuti che schiacciò l'esercito dei Templari.[1]
Una volta terminato l'attacco, le questioni delle sue azioni nel Tempio di Salomone vennero affrontate ancora una volta. Altaïr, dopo aver infranto tutti e tre i principi del Credo, aver fallito di acquisire il tesoro dei Templari, causando la morte di un confratello e la perdita di un braccio di un altro, oltre ad essere responsabile di tutti coloro che sono morti durante l'attacco dei Templari, è stato ritenuto un traditore del Credo. Al Mualim ha dichiarato questa sentenza, per poi accoltellare Altaïr nello stomaco con un pugnale.[1]
Altaïr si svegliò dal suo "sonno dei morti", e chiese ad Al Mualim come mai fosse sopravvissuto. Al Mualim gli rispose che Altaïr aveva visto solo quello che lui aveva voluto che vedesse. Ha poi spogliato Altaïr del suo rango e delle sue armi come punizione alternativa, anche se gli offrì una possibilità per riscattarsi.[1]
Ripartendo da capo come un Novizio, ancora una volta, Altaïr venne incaricato di dare la caccia ad un traditore all'interno Masyaf, che aveva permesso l'ingresso Templari. Dopo aver ottenuto successo, Altaïr tornò da Al Mualim e venne ricompensato con la riconsegna della sua Lama Celata e della spada lunga. Ancora una volta ufficialmente membro dell'Ordine, ad Altair venne assegnato un nuovo compito: la vita di nove uomini in cambio della propria.[1]

Caccia ai Nove

Altaïr iniziò la sua ricerca, recandosi a cavallo a Damasco alla ricerca di Tamir, il suo primo bersaglio. Arrivato, si recò alla Dimora degli Assassini locale, dove chiese la posizione di Tamir. Il Rafiq rifiutò, mandando Altaïr a raccogliere le informazioni sul suo primo bersaglio sul campo.[1]
Passando attraverso quartiere povero della città, Altaïr interrogò gli informatori, rubò lettere e mappe, e intercettò le conversazioni sul suo bersaglio, per acquisire la posizione del suo obiettivo. Tornato alla dimora con queste informazioni, ha ricevuto il permesso per l'uccisione e una piuma bianca, che deve essere bagnata nel sangue della vittima, come prova dell'omicidio. In una piazza del quartiere del mercato, Altaïr assiste all'uccisione da parte di Tamir di un suo socio. Mentre Tamir se ne stava andando, Altaïr riuscì ad avvicinarsi e lo uccise. Tornato alla dimora, ad Altaïr venne ordinato di tornare da Al Mualim, che lo ha premiò per il suo primo passo sulla strada della redenzione, e gli concede un altro pezzo del suo equipaggiamento. Altaïr poi partì verso, Acri e Gerusalemme, per assassinare i suoi prossimi obiettivi.[1]
Altaïr fu costretto ad assassinare altri otto uomini: un mercante di schiavi di nome Talal, il Gran Maestro dei Cavalieri Ospitalieri, Garniero di Naplusa, il mercante Abu'l Nuqoud, l'usurpatore Majd Addin, il governatore di Acri Guglielmo del Monferrato, l'ulema Jubair al Hakim, l'ufficiale teutonico Sibrando e per ultimo Roberto di Sable.[1]
Quest'ultimo gli rivelò che il vero nemico era Al Mualim, che aveva usato Altaïr per togliere di mezzo i suoi compagni. Tornato a Masyaf, trovò tutti gli abitanti della roccaforte ipnotizzati, e venne attaccato da alcuni compagni. Ad aiutarlo arrivò inaspettatamente Malik, che si occupò degli abitanti soggiogati mentre Altaïr trovò Al Mualim che lom immobilizzò e si moltiplicò per affrontarlo. Dopo un lungo duello, lo uccise e recuperò la Mela dell'Eden che si attivò e fece vedere un ologramma raffigurante il mondo intero.[1]

Diventando Mentore

La Ribellione

Subito dopo la morte del Mentore, Altair portò il corpo di Al Mualim attraverso la fortezza per bruciarlo, assicurandosi quindi che sia il vero corpo e non un'illusione. Durante la strada, Altair incontrò Abbas, a cui spiegò gli avvenimenti, e a cui disse di aver messo la Mela nello studio di Al Mualim. Arrivato alla pira che ha fatto allestire, Altair diede fuoco al corpo. Vedendo che ciò andava contro i loro usi, Abbas e parte del popolo e degli Assassini di Masyaf si ribellarono. Abbas ne approfittò per gettare Altair sotto al piccolo dirupo dove era allestita la pira, e fuggire a prendere la Mela.[2]
L'Ordine si divise quindi tra coloro che erano leali ad Altair e coloro che, indignati per l'irrispettosità verso i loro usi, attaccarono Altair. Mentre Altair disarmava gli Assassini che si opponevano a lui per scongiurare una guerra civile, Abbas raggiunse la torre di guardia con la Mela in mano. Lì, iniziò a discutere con Altair, ma venne abbagliato dalla Mela, che iniziò a brillare e a sprigionare energia. Per evitare un disastro, Altaïr si arrampicò velocemente sulla torre, dove raccolse la Mela, bloccando le esplosioni di energia.[2]

Accettazione come Mentore

Sotto la guida di Altair, gli Assassini cambiarono radicalmente le loro abitudini, passando dagli omicidi in pubblico ad assassinii silenziosi. Venne introdotto anche il veleno, arma precedentemente ripudiata sia da Altair che dal suo maestro. Negli anni che seguirono Altair si interrogò continuamente sulla natura della Mela e cercò di comprenderne le proprietà e ogni progresso che compiva lo annotava su un Codice.[3]

Caduta dell'Ordine

Parecchio tempo dopo, Altair tornò a Masyaf insieme alla sua compagna, in seguito ad una campagna contro i Mongoli. Lì, scopre che il figlio Sef è morto per mano di Swami, un Assassino servitore di Abbas, che ora controlla Masyaf e gli Assassini. Atair arrabbiatissimo per ciò che disse Swami usò la mela per ucciderlo ma Maria, cercando di dissuaderlo, morì per mano di Swami che era impazzito. Altair dopo aver ucciso lui e gli altri assassini scappò dalla finestra del castello fino a raggiungere il figlio Darim. Loro due uccidendo tutti gi assassini che si ponevano davanti alla loro strada riuscirono ad arrivare alla porta di Masyaf e fuggirono.[2]

Il Ritorno del Mentore

Molti anni dopo Altair, oramai molto anziano, viene curato dopo un combattimento da un mercante di Masyaf. Lì, raduna sotto il suo comando il popolo di Masyaf e gli Assassini stufi di Abbas. Assieme ad essi, rivendica il suo posto come Mentore degli Assassini, uccidendo Abbas con una nuova arma creata grazie alla Mela: la pistola celata.[2]
Anni dopo, Altaïr, oramai novantaduenne, dovette proteggere Masyaf da un attacco dei Mongoli utilizzando la Mela. Scortati i viaggiatori Niccolò e Maffeo Polo fuori città, donò loro le cinque Chiavi di Masyaf e il suo Codice, ordinando loro di nasconderli.[2]
Capendo che Masyaf non poteva resistere a un attacco mongolo più vasto, Altair fece abbandonare Masyaf. Dato l'addio a suo figlio Darim, Altaïr entrò all'interno della biblioteca che aveva fatto costruire, dove nascose la Mela. Sedendosi, registrò su un sigillo gli attimi finali della sua vita, morendo.[2]
Altair e' uno dei personaggi principali del gioco. Appare in Assassins' Creed, Assassin's Creed Bloodline e Assassin's Creed Revelations.

 

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