lunedì 6 agosto 2012

I 9 Bersagli di Altaïr

Tamir (? - 1191) fu il primo Templare che Al Mualim fece uccidere ad Altaïr Ibn-La'Ahad per ripristinare il rango perduto. Era situato nel distretto povero di Damasco.

Biografia

Trafficante d'armi

Tamir era il più gran contrabbandiere di Damasco. Alcuni osservarono che esso potrebbe essere stato il più grande contrabbandiere di spade, lance, armature in tutta la Terra Santa. Anche se era in grado di acquisire quasi nulla se l'acquirente volesse spendere abbastanza, si è specializzato in armi e armature. Nel corso della sua vita, aveva ucciso molta gente, e ne andava fiero.

Assassinio

Durante la permanenza a Damasco, Altaïr scopre dove e quando si terrà lo scambio delle armi, a cui parteciperà il suo bersaglio. Arrivato sul luogo, l'Assassino assiste all'omicidio di un fabbro, che non aveva rispettato i tempi di consegna, da parte di Tamir. Mentre quest'ultimo, distratto, esamina le armi esposte dai mercanti, Altaïr lo pedina e lo uccide con la Lama Celata. Il trafficante, morente, rivela di essere solo una pedina e accenna ad una Fratellanza.

Ultime parole

  • Altaïr: Trovate la pace.
  • Tamir: La pagherai per questo. Tu, e i tuoi simili.
  • Altaïr: Sembra che siate solo voi a pagare, amico mio. Non trarrerete più profitto dalla sofferenza.
  • Tamir: Mi hai preso per un mercante di morte qualunque, un parassita della guerra? Strano bersaglio, non trovi? Perché io, quando tanti altri fanno lo stesso?
  • Altaïr: Vi considerate differente dunque.
  • Tamir: Oh, ma lo sono. Giacché servo una causa ben più nobile del mero profitto. Come pure i miei fratelli.
  • Altaïr: Fratelli?
  • Tamir: Ah, credi che agisca da solo? Sono solo una pedina, un ruolo da interpretare. Presto conoscerai gli altri, e non gradiranno ciò che hai fatto qui.
  • Altaïr: Bene, sono ansioso di sbarazzarmi anche di loro.
  • Tamir: L'orgoglio. Ti distruggerà, ragazzo.
Garniero di Naplusa (1147 - 1191) fu dal 1190 al 1191 il Gran Maestro dei Cavalieri Ospitalieri in Terra Santa e la seconda vittima che Al Mualim aveva fatto uccidere da Altaïr Ibn-La'Ahad per ripristinare il rango perduto. Il suo nome reale era Garnier de Naplouse.

Biografia

È un membro dei Cavalieri Templari, al servizio di Roberto di Sable. In una lettera che Altaïr ruba a un uomo ad Acri, c'è un collegamento tra lui, un mercante di armi di Damasco chiamato Tamir, e Talal, uno schiavista che procurava a Garniero i prigionieri per i suoi esperimenti.
Usa delle erbe allucinogene capaci di distaccare dai propri sensi e capaci di mutare un nemico in un amico.
Verrà ucciso da Altaïr durante una delle sue visite ai pazienti dove uno tentò di fuggire rivelando ciò che faceva veramente, ossia "rubando le loro anime" e disse a due suoi uomini di spezzargli le gambe, nella fortezza degli Ospitalieri ad Acri.
Egli rivela ad Altaïr in punto di morte che lui voleva solo aiutare quella povera gente curando i loro mali dicendo che erano uomini e donne cresciuti nel corpo ma non nella mente e tentava solo di alleviare quel male che affligeva loro e alla sua morte come dice "pazzi ritorneranno".

Ultime Parole

  • Altair: Liberatevi del fardello.
  • Garniero:Ah,ora avrò riposo,eh? Il sonno senza fine mi chiama. Ma prima di chiudere gli occhi,devo sapere: che ne sarà dei miei figlioli?
  • Altair: Coloro che avete fatto soffrire con crudeli esperimenti? Ora saranno liberi di tornare alle loro case.
  • Garniero: Case? Quali case? Le fogne? I bordelli? Le prigioni dalle quali gli ho tirati fuori?
  • Altair: Avete preso quelle persone contro la loro volontà.
  • Garniero: Si,per quanto poca potessero averne. Sei in vero così ingenuo?Accontenti un bambino piangente solo perché frigna? "Ma voglio giocare col fuoco, padre". Che cosa gli diresti? Fa' come credi. Ah, ma la tua risposta potrebbe farlo ustionare.
  • Altair: Quelli non sono bambini, ma uomini e donne cresciuti.
  • Garniero: Nel corpo, forse, ma non nella mente. Era quello il danno che cercavo di riparare. La ammetto, senza il manufatto che voi ci avete... rubato, i miei progressi sono rallentati. Ma con le mie erbe, misture ed estratti: le mie guardie ne sono la prova. Erano dei pazzi prima che li trovassi e li liberassi dalle prigioni della loro stessa mente. Ah, e alla mia morte, pazzi ritorneranno.
  • Altair:Credete davvero di averli aiutati?
  • Garniero: Non è ciò che credo,è ciò che so.

Talal (1157 ca. - 1191) fu la terza vittima che Al Mualim aveva fatto uccidere da Altaïr Ibn-La'Ahad per ripristinare il rango perduto. Era situato nel distretto ricco di Gerusalemme, in un barbacane situato a nord sotto le mura. 

Biografia

Talal fu uno schiavista durante la Terza Crociata, il suo luogo di lavoro era un magazzino, il quale si trovava nel distretto ricco di Gerusalemme. L'uomo era, in segreto, affiliato alla causa Templare: il suo ruolo era quello di rapire gli abitanti dalla città e inviarli ad Acri, dove Garniero di Naplusa (Capo degli Ospitalieri) usava erbe per indottrinarli. Insieme a Talal, questi uomini avevano il compito di creare un esercito che avrebbe permesso la conquista della Terra Santa da parte di Roberto di Sable. Durante le indagini di Altaïr si scopre che Talal è un codardo, ma ha al suo fianco molti uomini pronti a sacrificarsi per lui.

Morte

Quando Altaïr irrompe nel magazzino, dove opera Talal, ha un dibattito con quest'ultimo:
  • Altaïr: E adesso schiavista?
  • Talal: Non chiamarmi così, voglio solo aiutarli, come io sono stato aiutato un tempo.
  • Altaïr: Non date loro un grande aiuto imprigionandoli così.
  • Talal: Imprigionarli? Li mantengo al sicuro, in preparazione del viaggio che li attende.
  • Altaïr: Quale viaggio? È una vita di schiavitù.
  • Talal: Eheheh, tu non sai niente, è stata una follia persino condurti qui, pensare che tu potessi vedere e comprendere.
  • Altaïr: Comprendo quanto basta, fatevi vedere!
Dopo il dialogo, Altair si ritrova faccia a faccia con lo schiavista, che li sguinzaglia addosso i suoi uomini più fidati. Dopo il combattimento l'Assassino riesce a raggiungere la sua vittima, che sta fuggendo, e la uccide con la Lama Celata.

Ultime parole

  • Altaïr: Non avete più dove fuggire, svelatemi i vostri segreti.
  • Talal: Il mio dovere l'ho fatto Assassino, la Fratellanza non è così debole da fermare la sua opera solo per la mia morte.
  • Altaïr: Quale fratellanza?
  • Talal: Al Mualim non è l'unico ad avere dei piani sulla Terra Santa, questo è tutto ciò che saprai da me.
  • Altaïr: Allora abbiamo finito, chiedete perdono al vostro Dio.
  • Talal: Ormai ci ha abbandonato da tempo, come ha abbandonato gli uomini e le donne che ho accolto tra le mie braccia.
  • Altaïr: Che volete dire?
  • Talal: Mendicanti, puttane, lebbrosi... Ti paiono adeguati come schiavi? Sono inadatti persino ai compiti più umili. No... non li ho presi per venderli ma per salvarli, tu invece ci uccideresti soltanto perché ti è stato chiesto.
  • Altaïr: No, voi traete profitto dalla guerra, da vite perdute e spezzate.
  • Talal: Sì, questo è ciò che credi, ignorante come sei, hai isolato la mente eh? Dicono che è il meglio che la tua gente sappia fare. Non cogli l'ironia di tutto questo? No non ancora pare, ma lo farai.
 
Abu'l Nuqoud (1137 ca. - 1191) era uno dei mercanti più famosi di Damasco, ed era talmente ricco e potente da poter essere re della città e allo stesso tempo venditore. La sua dimora era una lussuosissima reggia, situata nel distretto ricco della città. Lui era la quarta persona che Al Mualim ordinò di uccidere ad Altaïr Ibn-La'Ahad.

Biografia

Personalità

Abu'l era il re, e il più famoso mercante di Damasco, ma era anche un uomo dal carattere davvero particolare. Odiava tutti, in particolare la gente povera, infatti si divertiva molto a maltrattarla. Provava odio anche verso sè stesso, quindi desiderava che nessuno lo vedesse; proprio per questo motivo, trascorreva gran parte del suo tempo nella sua lussosa dimora nel distretto ricco di Damasco. Molto spesso, rubava il denaro alla gente della città dicendo loro che l'avrebbe usato per il bene della stessa, ma in realtà lo spendeva per comprare vivande o oggetti per decorare la sua casa poichè adorava le feste, lo sfarzo e il cibo. Inoltre, era anche un uomo con "due facce". Infatti, tutte le azioni che compiva le faceva solo per un tornaconto personale, anche se, molto spesso capitava che la gente non si accorgesse di ciò. Quando però questo non accadeva e le persone venivano a sapere quello che aveva fatto, il malcontento nella città era molto diffuso. Allora, visto che la gente scontenta gli dava tanti problemi, organizzava diverse feste per ritornare nelle grazie dei cittadini.

Assassinio

Quando Al Mualim ordinò ad Altaïr di uccidere Abu'l Nuqoud, egli si recò a Damasco dove raccolse alcune informazioni sul bersaglio. Oltre ad alcuni suggerimenti su come avvicinarsi a lui, Altaïr scopre che ha rubato tanti soldi alla gente della città, che torturava le persone delle classi sociali più basse, e che si nascondeva nella sua stanza da letto per quasi tutto il giorno. Ogni tanto, però, usciva per festeggiare in alcuni banchetti. Proprio nel periodo in cui l'Assassino si trovava a Damasco ne stava organizzando uno, quindi doveva assolutamente entrare nel suo palazzo, poichè era l'unica occasione in cui lo poteva assassinare.
Alla festa c'era tanta gente e vivande. Ad un certo punto Abu'l si affacciò da un balconcino e propose un brindisi agli ospiti. Tutti iniziarono, quindi, a bere il vino che, però, il re aveva avvelenato a insaputa dei cittadini. Dopodichè iniziò a riferire il suo dissenso per le brutte cose che gli venivano dette alle spalle e per l'appoggio da parte della gente a Saladino. Non appena terminato il discorso, la gente inizia a morire a causa del veleno ingerito. Poi, il mercante ordinò alle guardie di uccidere tutti i presenti alla festa: nessuno doveva venire a sapere quanto era stato detto. Quando venne raggiunto e ucciso da Altaïr, egli dice che non si era unito ai Templari per vendetta, ma perchè loro avevano detto che avrebbero creato un mondo migliore, dove i suoi difetti non sarebbero importati a nessuno.

Ultime Parole

  • Altaïr: Riposate ora. Le loro parole non possono più nuocervi.
  • Abu'l: Dimmi, perchè hai fatto questo?
  • Altaïr: Avete rubato denaro ai vostri sudditi, l'avete destinato a qualche ignoto proposito. Voglio sapere dov'è finito e perchè.
  • Abu'l: Guardami. La mia stessa natura è un affronto alla gente che governavo, e queste nobili vesti riuscivano a malapena a soffocare le loro grida d'odio.
  • Altaïr: Dunque è una questione di vendetta?
  • Abu'l: No, non di vendetta, ma di coscienza. Come potevo finanziare una guerra al servizio dello stesso Dio che mi ritiene un abominio?
  • Altaïr: Se non servite la causa di Saladino, allora quella di chi?
  • Abu'l: Col tempo, li conoscerai. Credo, anzi, che tu l'abbia già fatto.
  • Altaïr: Ma perchè nascondersi? E perchè questi misfatti?
  • Abu'l: Cos'ha di diverso dal tuo lavoro? Tu prendi la vita di uomini e donne forte nella convinzione che la loro morte migliorerà la sorte di coloro che rimangono. Un male minore per un bene superiore. Noi siamo simili.
  • Altaïr: No! Non lo siamo affatto.
  • Abu'l: Ah, ma te lo leggo negli occhi, il dubbio. Voi non potete fermarci. Avremo il nostro "Nuovo Mondo".

Guglielmo del Monferrato (1115 - 1191) fu la quinta vittima che Al Mualim aveva fatto uccidere da Altaïr Ibn-La'Ahad per recuperare il suo prestigio. Era situato nel distretto ricco di Acri. 

Biografia

Reggente di Acri

Pur non essendo un grand'uomo, Guglielmo del Monferrato era fissato nella convinzione che la forza crea il diritto, e ha trascorso innumerevoli ore addestrando e di rimproverando i suoi uomini, per prepararli alla "prossima guerra". Stranamente, pochi dei suoi soldati avevano aderito alla marcia di Riccardo Cuor di Leone ad Arsuf, portando la gente a chiedersi di quale "guerra" parlava. Guglielmo chiedeva costantemente il meglio dai sui uomini, sottolineando i loro difetti senza mai lodarli. Quando Altair penetra nella cittadella, Guglielmo è intento a redarguire i soldati, facendone giustiziare due per essersi intrattenuti con delle prostitute. Prima del suo assassinio, si aspettava la visita di Riccardo Cuor di Leone stesso, e anche se il re lo aveva posto a capo di San Giovanni d'Acri a suo nome, Guglielmo era in attesa di incontrarlo.

Assassinio

Guglielmo del Monferrato fu assassinato all'interno della Cittadella del Re, poco dopo la visita di Re Riccardo, che diede involontariamente l'opportunità ad Altaïr di avvicinarsi abbastanza per ucciderlo. Con Guglielmo infuriato e distratto dalla sgradita visita di Re Riccardo, l'Assassino riuscì a penetrare furtivamente nella cittadella, mettendo fine alla sua vita. Durante la conversazione tra Altair e Gueglielmo, quest'ultimo afferma che non voleva prendere la città per suo figlio, Corrado, ma per il popolo. Aveva confiscato il cibo per razionarlo in tempo di ristrettezze, aveva insegnato ai suoi soldati la disciplina e l'onore. Infine, come dice lui stesso: "nel mio distretto non ci sono crimini, solo quelli commessi da te e la tua gente". Crede, infatti, fino alla fine nell'operato dei Templari, nel costruire un nuovo mondo.

Ultime parole

  • Altaïr: Riposate ora. Le vostre macchinazioni sono finite.
  • Guglielmo: Che ne sai del mio lavoro?
  • Altaïr: So che intendevate far uccidere Riccardo, e consegnare Acri a vostro figlio, Corrado.
  • Guglielmo: Ahahaha, Corrado? Mio figlio è un asino, è incapace di guidare un esercito, figuriamoci un regno. E Riccardo, ciò che non, non è meglio… accecato com'è dalla fede nel Trascendente. Acri non appartiene a nessuno di loro.
  • Altaïr: E a chi dunque?
  • Guglielmo: La città appartiene alla sua gente.
  • Altaïr: Come potete parlare per gli abitanti? Avete rubato loro il cibo, li avete puniti senza pietà, obbligandoli a servirvi.
  • Guglielmo: Tutto ciò che ho fatto, l'ho fatto per prepararli al Nuovo Mondo. Ho rubato loro il cibo? No, l'ho messo da parte in modo da poterlo razionare in tempi di ristrettezza (tossisce). Guardati attorno, il mio distretto è privo di crimini, tranne quelli commessi da te e dai tuoi simili! Quanto alle reclute non venivano addestrate a combattere, veniva loro insegnato il valore dell'ordine e della disciplina, non mi paiono degli atti malvagi.
  • Altaïr: Per quanto reputiate nobili le vostre intenzioni, quegli atti sono crudeli e non possono continuare.
  • Guglielmo: Hahaha. Vedremo quanto saranno dolci i frutti del tuo lavoro. Tu non liberi le città come credi, le mandi in rovina e infine potrai biasimare solo te stesso. Tu che parli di buone intenzioni.
 


Majd Addin (1137 - 1191) fu reggente di Gerusalemme e scriba del Sultano Saladino nonchè membro dei Templari. Fu il sesto bersaglio dell'Assassino Altaïr Ibn-La'Ahad.

Biografia

Si conosce poco sull'origine e i primi anni di Majd Addin, se non proprio nulla. Tuttavia, le poche informazioni a noi pervenute lasciano intuire che egli fece carriera ed ebbe un'istruzione adeguata. Addirittura ci è stata tramanda la notizia che l'uomo divenne consigliere del sultano di Gerusalemme. Quest'ultimo, impegnato sempre più nella guerra contro i crociati di Riccardo I d'Inghilterra, sceglie Addin come suo successore. Ovvero eleva il giovane da scriba a reggente, cioè governatore della città gerusamelitana. In quel momento Majid Addin cominciò ad esercitare un potere assoluto ed autocratico. Approfittando dunque dell'assenza del sultano, il controllo totale dell'uomo fu tale che ogni oppositore venne ridotto al silenzio o allontanato. Saladino aveva predicato la tolleranza e la compassione, tuttavia Majid governava con la paura e l'intimidazione sconvolgendo la politica praticata dal suo predecessore. Teneva processi pubblici nei quali giustiziava individui colpevoli di crimini minori come gioco d'azzardo, piccoli furti e prostituzione.

Morte

Nel 1191 Addin catturò un membro della Confraternita degli Assassini, accusandolo di eresia. Dopo poco tempo il reggente mandò al patibolo l'assassino, tuttavia poco prima che venisse giustiziato, Majid venne ucciso. Si trattò di un atto pubblico compiuto dal confratello del condannato: Altair Ibn-La' Ahad. In punto di morte Majid Addin ammise di aver ucciso per puro piacere personale e per la sensazione provata durante tale atto: si alleò con i Templari affinché quest'ultimi gli dessero sufficiente potere da permettergli il suo pugno di ferro sul governo di Gerusalemme.

Ultime Parole

  • Altaïr: Il tuo lavoro qui è finito.
  • Majd: No! No! Questo era solo l'inizo!
  • Altaïr: Dimmi, qual'è la tua parte in tutto questo? Intendi difenderti come gli altri fanno, e espiare le tue colpe?
  • Majd: La fratellanza voleva la citta: Io volevo il potere: C'era... un opportunità.
  • Altaïr: Un'opportunità di assassinare innocenti!
  • Majd: Non così innocenti! Le voci di dissenso tagliano in profondo come acciaio. Loro disturbano l'ordine. In questo, ero d'accordo con la fratellanza.
  • Altaïr: Hai ucciso gente semplicemente perchè la pensavano differentemente da te?
  • Majd: Certo che no! Li ho uccisi perchè potevo!Perchè era divertente ! Sai cosa si prova a determinare il destino di un altro uomo? E hai visto come la gente ne era lieta ? Il modo in cui mi temevano? Ero come un dio! Avresti fatto lo stesso se potevi! Tanto potere...
  • Altaïr: Una tempo forse, ma poi ho imparato cosa diventano coloro che stanno al di sopra degli altri.
  • Majd: E che cos'è?
  • Altaïr: Qui, lascia che te lo mosti...
Altaïr pugnala Majd nel collo con la lama celata, uccidendolo

Sibrando (1157 - 1191) fu un cavaliere alemanno e primo Gran Maestro dell'Ordine dei Cavalieri Teutonici. Fu il settimo bersagli di Altaïr Ibn-La'Ahad. Egli inoltre divenne membro attivo e componente chiave dell'Ordine Templare.

Biografia

Di Sibrando si conosce poco o niente e la maggior parte del suo vissuto rimane ignorato. Tuttavia, è certo che egli fosse di origine nordica, germania in particolare. Si narra di lui a partire dall'occupazione crociata di Acri durante la Terza Crociata.
Sibrando era una figura militare centrale nell'organizzazione della città. Ciò in quanto egli controllasse i porti e gli attracchi commerciali, quindi la dogana marittima e il quartiere costiero. Nel 1191, il giovane prese il controllo della città e cominciò a monopolizzare tutte le attività portuali, come l'acquisizione delle imbarcazioni e dei loro scali. In quel periodo Sibrando divenne anche paranoico e inquieto.
Dopo la morte dei suoi compagni Guglielmo del Monferrato e Garniero di Naplusa raddoppiò le ronde di guardia e la presenza di militari nella città, temendo che la stessa fine sarebbe toccata anche a lui. Attese l'assassino dei suoi confratelli, Altaïr Ibn-La'Ahad, senza mai togliersi di dosso l'armatura ed eliminando chiunque fosse sospettato di essere un potenziale pericolo.

Morte

Queste misure difensive però non fermarono l'azione di Altair. Infatti quest'ultimo riuscì ad infiltrarsi nelle banchine del porto, dove Sibrando risiedeva. Il cavaliere si trovava a bordo di un mercantile carico e pronto e, prima di salpare in mare aperto, fu ucciso. Dopo ciò, rivelò in punto di morte il suo ruolo nella cospirazione ordita dai Templari. L'assassino apprese che Sibrando doveva organizzare un grande embargo navale che avesse bloccato ogni accesso alla Terra Santa. In questo modo, si sarebbe evitato che giungessero a destinazione i rinforzi inviati dai monarchi europei. Impedendo ogni coinvolgimento crociato nella guerra, permettendo ai templari di impadronirsi del potere.

Ultime parole

  • Sibrando: Per favore, non farlo!
  • Altair: Avete paura...
  • Sibrando: Certo che ho paura!
  • Altair: Ma ora sei fra le braccia del vostro Dio
  • Sibrando: I miei fratelli non ti hanno insegnato nulla. So cosa mi aspetta, per tutti noi
  • Altair: Se non è il tuo Dio, allora cosa?
  • Sibrando: Niente. Niente ci attende ... è quello che temo
  • Altair: Voi non credete
  • Sibrando: Come potrei dato quello che so? Quello che ho visto? Il nostro tesoro è la prova
  • Altair: La prova di cosa?
  • Sibrando: Che questa vita è l'unica che abbiamo
  • Altair: Indugiate ancora un pò, e ditemi quel'era il vostro scopo
  • Sibrando: Un embargo via mare, per impedire ai ridicoli regnati di inviare rinforzi, una volta ...
  • Altair: Conquistato la Terra Santa?
  • Sibrando: Liberato stolto. Dalla tirannia della fede
  • Altair: Libertà. Avete operato per rovesciare città, per controllare la mente degli uomini, avete ucciso chiunque parlasse male di voi
  • Sibrando: Ho eseguito gli ordini, credendo nella mia causa. Come te

Jubair Al Hakim (? - 1191) è stato Gran Sapiente di Damasco e membro dei Templari  Fu l'ottava vittima di Altaïr Ibn-La'Ahad.

Biografia

Non si conosce pressoché poco o nulla dell'origine di Jubair Al Hakim, se non pochi dati frammentari. Tuttavia ci sono state tramandate notizie sulla filosofia e il pensiero che egli stesso predicava. Infatti, si definiva un letterato ed un erudito, anche se cominciò a disapprovare i libri e l'istruzione, ritenendo che entrambi allontanassero le persone dalla verità. Jubair notò che perfino la violenza tra i Crociati e i Saraceni era stata ispirata dai testi. Per liberare l'umana persona da questo "male" organizzò roghi di pergamene ed altre opere e manoscritti in tutta Damasco, uccidendo inoltre chiunque gli si opponesse.
Fu durante questo evento che Altaïr Ibn-La'Ahad, costretto ad identificare Jubair tra i suoi seguaci vestiti tutti allo stesso modo, lo individuò e lo uccise. In punto di morte Jubair si paragonò allo stesso suo assassino, affermando infatti che non vi era differenza tra bruciare libri e ammazzare individui: ciò in quanto, erano entrambi tentativi di eliminare idee che differivano dalle proprie.
Secondo Al Mualim, il suo ruolo era quello di spianare la strada al cambiamento, garantendo che vecchio e nuovi pericoli non avessero modo di interferire.

Parole finali

  • Jubair: Perché? Perché hai fatto questo?
  • Altair: Gli uomini devono agire secondo coscienza, non stà a noi punire chi è mosso dalle proprie convinzioni per quanto diverse dalle nostre.
  • Jubair: E quindi?
  • Altair: Dovreste avere voi la risposta. Educarli, a distinguere bene e male. Deve essere il sapere a liberarli, non la forza.
  • Jubair: Essi non imparano, acciecati dalla loro stessa visione. Sei ingenuo se pensi altrimenti. E' una debolezza assassino, la quale esiste una sola cura.
  • Altair: Vi sbagliate, ed è per questo che dovete essere messo a tacere.
  • Jubair: Sono forse diverso da diversi tomi che cerchi di salvare? Una fonte di sapere per la quale dissenti, però sei stato lesto a togliermi la vita.
  • Altair: Un piccolo sacrificio per il bene di molti. E' necessario.
  • Jubair: Non sono le antiche scritture a ispirare i Crociati, a legittimare il senso di giustizia di Saladino e dei suoi uomini. I loro testi mettono altri in pericolo e sono causa di morte. Anche io stavo compiendo un piccolo sacrificio. Poco importa ormai. Il tuo compito è finito, come il mio.

Roberto di Sable è stato Gran Maestro dell'Ordine dei Templari dal 1190 al 1191, e luogotenente nell'esercito Crociato di Riccardo I d'Inghilterra.  Fu la nona vittima di Altaïr Ibn-La'Ahad.

Biografia

Infanzia e gioventù

Si sa poco della gioventù di Roberto, nato in una famiglia ricca e diventato per misteriose circostanze signore di Briollay, in Francia.

Gran Maestro dell'Ordine Templare

Roberto entrò a far parte dell'Ordine dei Templari, e ne diventò poi il Gran Maestro dal 1190 al 1191. Durante la Terza Crociata, lui e i Cavalieri Templari presero possesso di Acri e conquistarono diverse città sulla costa israeliana,che cadderò poco dopo.

La Mela dell'Eden

Nel 1191, Roberto e un gruppo di guardie entrarono nel Tempio di Salomone per trovare la Mela dell'Eden, che era nascosta lì. Tuttavia, un gruppo di Assassini composto da Altaïr Ibn-La'Ahad, Malik Al-Sayf e Kadar Al-Sayf cercò di ostacolarlo. Altair uscì allo scoperto e tentò di assassinare Roberto, che evitò tuttavia il suo attacco, scaraventandolo dall'altra parte del muro. Ordinò poi alle sue guardie di occuparsi di Malik e Kadar, facendo morire Kadar e ferendo gravemente il braccio di Malik, che riuscì a recuperare la Mela e tornare a Masyaf per consegnarla al suo maestro Al Mualim.
Tuttavia Roberto, determinato a riprendersi il tesoro, attaccò la fortezza di Masyaf con i suoi uomini, ma gli Assassini li respinsero, costringendoli alla ritirata.

Perdita di potere

Roberto convinse nove uomini tra Crociati e Saraceni ad unirsi alla causa dei Templari, promettendo loro un posto di potere nel "Nuovo Mondo". L'assassino Altair fu degradato per il suo fallimento al Tempio di Salomone e per permettergli di redimersi, Al Mualim gli ordina di uccidere i Nove Templari così da ripristinare il suo rango. Altair uccise con successo otto di questi Templari e infine Al Mualim gli commissionò l'omicidio di Roberto. Roberto,che sapeva di essere in pericolo di vita, mandò la sua luogotenente Maria Thorpe al posto suo al funerale di Majd Addin mentre lui si recava in battaglia ad Arsuf con Re Riccardo. La donna,travestita da Roberto,si recò al funerale,ingannando Altair che però decise di risparmiarla.

Battaglia di Arsuf e morte

Roberto andò a combattere ad Arsuf dalla parte di Re Riccardo, ma con lo scopo di proporre un alleanza tra Riccardo e Saladino, il re dei Saraceni, contro un nemico comune: gli Assassini. Altair si fece strada e raggiunse Roberto e Riccardo, cercando di convincere quest'ultimo del tradimento di Roberto, il quale smentì tutto. Riccardo, non sapendo a chi credere, decide che saranno le armi a decidere chi tra Altair e Roberto ha ragione e li lascia combattere. Altair sconfigge Roberto e lo uccide con la sua Lama Celata. Roberto, in punto di morte, rivela ad Altair che in realtà il suo maestro Al Mualim non è nient'altro che anche lui un Templare, che gli ha ordinato di uccidere gli altri nove al solo scopo di avere la Mela per sè.

Ultime Parole

  • Altaïr: Dunque è finita. I tuoi intrighi, come te, sono alla fine.
  • Roberto (Ride) Che ne capisci tu di intrighi? Non sei che un burattino. Ti ha tradito ragazzo, proprio come ha fatto con me.
  • Altaïr: Parla chiaro Templare! Oppure taci.
  • Roberto: Ti ha mandato a uccidere nove uomini, eh? I nove che custodivano il segreto del tesoro.
  • Altaïr: E allora?
  • Roberto: Non furono in nove a trovare il tesoro, Assassino. Non nove, ma dieci!
  • Altaïr: Un decimo? Nessuno con quel segreto può vivere. Dimmi il suo nome.
  • Roberto: Oh, ma tu lo conosci bene, e dubito che gli toglieresti la vita di buon grado come hai tolto la mia.
  • Altaïr: Chi è?
  • Roberto: Il tuo signore, Al Mualim.
  • Altaïr: Ma lui non è un Templare.
  • Roberto: Ti sei mai chiesto come facesse a sapere sempre tutto? Dove trovarci, quanti eravamo, quali erano i nostri fini.
  • Altaïr: Egli è il Maestro degli Assassini.
  • Roberto: Si, maestro di menzogne. Tu e io non siamo che pedine nel suo grande gioco, e ora, alla mia morte, resterai solo tu. Credi che ti lascierà vivere? Sapendo ciò che fai?
  • Altair: Non ho interesse nel tesoro.
  • Roberto: Ah, ma lui sì. La sola differenza tra me e il tuo signore, è che lui non vuole spartirlo.
  • Altair: No.
  • Roberto: Ironico vero? Che io, il tuo più acerrimo nemico, ti tenessi al riparo dai guai. Ma ora mi hai tolto la vita, e di conseguenza, condannato la tua.

Appaiono in: Assassin's Creed. Ruolo: Bersagli Templari di Altaïr.
























 
 

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