lunedì 6 agosto 2012

Rodrigo Borgia

Rodrigo Borgia (1 gennaio 1431 - 18 agosto 1503),  fu il Gran Maestro dei Templari durante il Rinascimento. Era il padre di Juan, Cesare e Lucrezia.
Fu eletto papa il 26 agosto 1492 con il nome di Alessandro VI. Fu uno dei più controversi papi del Rinascimento, e il suo cognome divenne sinonimo di guerra e corruzione durante quel periodo.

Biografia

Gioventù

Rodrigo nacque a Xàtiva, nella Corona di Aragona. Ancora giovane, si trasferì da Valencia in Italia, dove studiò giurisprudenza a Bologna. All'età di 25 anni lo zio, Papa Callisto III, lo nominò cardinale. In seguito, ricoprì anche il ruolo di Vicecancelliere della Chiesa romana.

Cospirazioni

Col passare del tempo Rodrigo, sotto il papa Sisto IV, era diventato il Gran Maestro dell'Ordine Templare. Raggiunta questa posizione, Rodrigo aspirava di unire tutta l'Italia sotto i Templari. Perciò, pianificò diverse congiure per abbattere i sovrani dei principali stati d'Italia per farli sostituire dai suoi uomini.

Milano

Rodrigo iniziò quindi a pianificare la morte del duca di Milano, Galeazzo Maria Sforza, che sarebbe dovuta avvenire durante la messa del 26 dicembre 1476.
Sempre nel 1476, il Borgia tentò di lasciare Firenze con alcuni dei suoi uomini, quando, improvvisamente, Giovanni Auditore, un membro degli Assassini, lo intercettò. Rodrigo, dopo aver rischiato di morire per mano di Giovanni, fuggì subito, lasciandolo a combattere contro i suoi uomini. Nascosto dietro un palazzo, Rodrigo vide Giovanni catturare uno dei suoi uomini. Il prigioniero rivelò sotto tortura della congiura. Scoperto ciò, Lorenzo de' Medici, che aveva partecipato alle indagini, inviò Giovanni a Milano per fermare il piano dei Templari. Tuttavia, Giovanni non fece in tempo a salvare il duca, e Rodrigo iniziò a programmare la sua prossima mossa.

Battaglia contro Giovanni

Frugando nella borsa di uno dei congiurati uccisi, Giovanni trovò un Ducato veneziano, quindi si recò a Venezia, dove intercettò un messaggio dei Templari Marco e Silvio Barbarigo, diretto al loro padrone Rodrigo. Dopo aver fallito la decodifica della lettera, Giovanni partì per consegnare il messaggio a Roma, con lo scopo scoprire chi si nasconde dietro alla vicenda. Una volta arrivato in città, diede la lettera a un uomo, che a sua volta lo fece viaggiare di mano in mano prima di arrivare alla sua destinazione finale: Rodrigo.
Ricevuto il messaggio, Rodrigo si recò subito in Vaticano per chiedere al Papa Sisto IV di ricevere il permesso di uccidere Lorenzo de' Medici, ottenendo dal pontefice un supporto spirituale e militare, affinché sia garantito il bene della Repubblica di Firenze e della Santa Sede.
Soddisfatto, Rodrigo uscì dal Vaticano, e venne pedinato da Giovanni tra le strade di Roma. Sapendo di essere seguito dall'Assassino, Rodrigo entrò in una chiesa dove aveva preparato una trappola per lui. Giovanni, infatti, entrò nella chiesa, dove però un monaco gli disse di non aver visto passare nessuno. Non credendogli, Giovanni avanzò all'interno della chiesa, ancora in costruzione.
Cogliendolo di sorpresa, Rodrigo fece un discorso all'Assassino, dicendogli che, viste le sue grandi abilità in combattimento, gli sarebbe stato molto utile per la sua causa. Giovanni rifiutò, e, a quel punto, Rodrigo diede l'ordine ai suoi uomini, che erano rimasti nascosti, di ucciderlo. Giovanni riuscì a uccidere tutti i soldati, ma Rodrigo gli lanciò contro un pugnale che colpì il petto di Giovanni. A quel punto, Rodrigo fuggì dalla chiesa.
Giorni dopo, appreso che Giovanni era ancora vivo, Rodrigo e gli altri Templari si riunirono, e insieme discussero sul fatto che Giovanni era il maggiore ostacolo dei Templari, e decisero che doveva morire. Rodrigo prese subito una posizione principale, dicendo di avere in mente qualcosa per lui.
Rodrigo cospirò quindi assieme al corrotto Uberto Alberti e alla famiglia Pazzi per far arrestare Giovanni e i suoi figli, per poi giustiziarli con l'accusa di "tradimento".
Arrestato Giovanni e due dei suoi figli, Rodrigo attese il processo alla famiglia Auditore a casa di Uberto Alberti. Ezio Auditore, il figlio di Giovanni che sfuggì all'arresto, quella notte venne a dare a Uberto le prove che aveva raccolto il padre, riguardanti una congiura contro gli Auditore e contro i Medici. La mattina seguente, Rodrigo era sul palco quando Giovanni e due dei suoi figli, Federico e Petruccio, vennero giustiziati. Anni dopo, Rodrigo affermò che non serviva che i fratelli di Ezio morissero, ma lui li aveva uccisi "giusto per farlo".

Congiura dei Pazzi

Nel 1478, Rodrigo cospirò per uccidere il capo di Firenze, Lorenzo de' Medici, e suo fratello Giuliano. Rodrigo partì quindi per la Toscana, dove si recò prima a un incontro con i Pazzi a San Gimignano, e in seguito a un altro incontro con i Templari nelle catacombe sotto la Basilica di Santa Maria Novella. Dopo aver discusso su alcuni dettagli, dichiarò che il giorno dopo sarebbe sorto "un nuovo sole su Firenze".
Tuttavia, Ezio intervenne e sventò la congiura a Firenze, salvando Lorenzo e uccidendo Francesco de' Pazzi. Rodrigo organizzò quindi un incontro tra i Templari previsto due anni dopo, con i congiurati rimasti in Toscana. I congiurati rimasti volevano chiedere asilo a Rodrigo, ma, nei mesi precedenti alla riunione, la maggior parte dei cospiratori furono uccisi da Ezio.
Solo Jacopo de' Pazzi si presentò alla riunione vivo. Lì, Jacopo fece ricadere la colpa del fallimento sul nipote Francesco per la sua impazienza, e su Emilio Barbarigo per aver fornito loro armi di scarsa qualità. Infuriato dalle scuse di Jacopo, Rodrigo lo sgridò, per poi pugnalarlo, aiutato da Emilio Barbarigo. Rodrigo poi chiamò Ezio, che aveva pedinato Jacopo alla riunione e che stava osservando l'incontro da lontano. Sarcasticamente, gli chiese scusa per avergli strappato la preda, poi ordinò quindi ai suoi uomini di ucciderlo, e se ne andò senza preoccuparsi del destino di Ezio, che riuscì a liberarsi e uccidere tutte le guardie.

Venezia

Rodrigo si incontrò a Venezia con Carlo Grimaldi, Marco Barbarigo e Silvio Barbarigo per discutere sull' uccisione del Doge Giovanni Mocenigo, in modo che i Templari possano prendere il controllo di Venezia. Ha nominato Marco Barbarigo come il prossimo Doge, ed affidò a Carlo il compito di uccidere il Mocenigo. Mentre Ezio pensava ad annientare i Barbarigo a Venezia, Rodrigo organizzò una spedizione a Cipro per prendere il Frutto dell'Eden che Altaïr Ibn-La'Ahad ottenne dai Templari. Rodrigo andò a Venezia per prendere il Frutto dell'Eden, ma Ezio, camuffato da guardia, tentò di ucciderlo. Rodrigo era preparato per un attacco, ed i due iniziarono una battaglia intensa, con Ezio emergente come vincitore. Rendendosi conto che non poteva sconfiggere da solo Ezio, Rodrigo chiamò delle guardie per sopraffare Ezio. Improvvisamente, molti degli alleati Assassini di Ezio apparvero, tenendo a bada le guardie per permettere Ezio di risfidare Rodrigo, che fuggì prima di essere ucciso.
Rodrigo scoprì che il defunto marito di Caterina Sforza aveva una mappa, rubata nel 1480 da Palazzo Pitti, dove vi era riportato dove si trovavano tutte le pagine del Codice, così assunse i Fratelli Orsi per recuperarla. Gli Orsi scopirono che Caterina aveva la Mela, e la presero per ottenere una paga supplementare. Purtroppo per loro, Ezio riuscì a ucciderli, anche se la Mela giunse nelle mani di Girolamo Savonarola, un nemico di Rodrigo.
Con la Mela, Savonarola prese il controllo sulla città di Firenze dopo la morte di Lorenzo. Rodrigo inviava costantemente i suoi uomini a Firenze nella speranza vana di ottenere la Mela.

Inquisizione spagnola

Negli anni seguenti, lo spagnolo Rodrigo ingannò l'Inquisitore Generale Tomas Torquemada al fine di catturare e uccidere gli Assassini in Spagna. Tomas, che pensò a Rodrigo come un credente, seguì ciecamente i suoi ordini. Ha anche scoperto i piani di navigazione verso le Indie di Cristoforo Colombo. Rodrigo sapeva della presenza delle Americhe e dei tesori che vi erano, e non voleva che nessuno la trovasse. Pertanto, organizzò un incontro con Cristoforo a Venezia. L'amico di Cristoforo Luis Santangel, un Assassino, sospettava una trappola, e chiese l'aiuto di Ezio, che riuscì a salvare Cristoforo, che partì verso le Indie.

Rodrigo Papa

Il Borgia fu eletto Papa il 26 agosto 1492 e stabilì il suo potere a Roma. Il suo vero intento, tuttavia, era di ottenere l'accesso alla Cripta, nascosta nelle Grotte Vaticane dove, secondo lui, vi era Dio.
Nel 1499, Rodrigo offrì sua figlia Lucrezia Borgia per il figlio di Caterina Sforza Ottaviano Riario. Rodrigo calcolò che con un genero come Ottaviano, poteva controllare le aree di Forlì e di Imola. Caterina rifiutò l'offerta, poiché sapeva dei piani di Rodrigo e che Lucrezia 'non rimase mai sposata a lungo'. Questo fece infuriare Rodrigo, e suo figlio Cesare Borgia iniziò un assalto a Forlì.
Sempre in quell'anno, Ezio tentò di assassinarlo. Ezio entrò in Vaticano e, dopo un breve dialogo con il Borgia, venne lanciato al suolo grazie al Bastone dell'Eden, assieme agli altri nella stanza. Tuttavia, rimase sorpreso di vedere che Ezio era in grado di resistergli, quando estrasse la Mela, creando quattro cloni di se stesso per aiutarlo nella battaglia contro il Borgia, che alla fine fu sconfitto. Ma Rodrigo intervenne con il Bastone, e gli strappò la Mela dalle mani, combinandola col Bastone per aprire la Cripta. Ezio ha cercato di fermarlo, ma fu sollevato in aria, incapace di resistere ai due pezzi combinati.
Rodrigo pugnalò Ezio, e lo lasciò morire sul pavimento prima di fuggire nella Cripta. Anche se ferito, Ezio si riprese ed entrò nella Cripta, trovando il Borgia mentre batteva furiosamente sulla porta. Ezio si lasciò cadere nel pozzo dove era il Borgia, e lo sfidò a mani nude, senza più trucchi, armi, ed antichi manufatti. Rodrigo accettò e i due si scontrarono. Durante la battaglia, il Borgia dichiarò che non ha mai creduto nella Bibbia o in Dio, e che divenne Papa solo per ottenere l'accesso alla Cripta. Ezio sconfisse Rodrigo, dicendogli che non era il profeta, e che non lo era mai stato.
Rotto da questa rivelazione, Rodrigo chiese a Ezio di ucciderlo. Tuttavia, Ezio rifiutò, dicendogli che ucciderlo non gli avrebbe ridato la sua famiglia. Inoltre, la delusione per la scoperta di non essere il Profeta, come credeva, fu un duro colpo. Quando suo figlio Cesare venne a conoscenza di questo, guidò un assedio a Monteriggioni per uccidere il più forte degli Assassini e riprendersi la Mela.

Ultimi anni e morte

Rodrigo aveva rinunciato a combattere l'Ordine degli Assassini, optando per preservare l'equilibrio di potere tra gli stati che si era riuscito ad ottenere. Tuttavia, Cesare era ansioso di diventare il capo supremo dell'Italia, un piano che Rodrigo non approvava. Cesare controllò comunque l'esercito di Rodrigo, e svolse i suoi piani senza la sua approvazione.

Appare in: Assassin's Creed II e Assassin's Creed Brotherhood. Ruolo: Nemico Principale Capo Templare, bersaglio di Ezio.
Nel 1501, Ezio si infiltrò a Castel Sant'Angelo per assassinare Rodrigo e Cesare, ma al momento Rodrigo era assente e Cesare partì per Urbino prima che Ezio abbia avuto la possibilità di ucciderlo. Più tardi, ad una festa pagana di Juan Borgia il Maggiore, Rodrigo rimproverò Cesare.
Il 18 agosto 1503, Rodrigo, che oramai non riusciva più a sopportare l'ambizione di Cesare, si procurò della Cantarella - lo stesso veleno utilizzato per il Mocenigo e Pietro Rossi - ed avvelenò delle mele, di cui una venne morsa da Cesare inconsapevolmente. Tuttavia, Lucrezia Borgia, sorella di Cesare e figlia di Rodrigo, mise in guardia Cesare prima di aver finito di mangiare la mela. Cesare sputò, e, dopo un breve discorso, colpisce il padre e infila di forza la mela nella bocca di Rodrigo. Rodrigo morì quindi prima che Ezio lo potesse uccidere, ma quest ultimo gli diede comunque la benedizione finale.

Nessun commento:

Posta un commento