martedì 7 agosto 2012

Paola e Teodora

Paola è stata il capo delle cortigiane fiorentine, e proprietaria del bordello "La Rosa Colta". Era un membro dell'Ordine degli Assassini, e sorella di Annetta, una serva della Famiglia Auditore.
  
Teodora è stata il capo delle cortigiane di Venezia, e proprietaria del bordello "La Rosa della Virtù" Era un membro dell'Ordine degli Assassini

Biografia (Paola)

Paola perse entrambi i genitori, degli Assassini, all'età di otto anni, quando vennero gettati in mare. Costretta a scegliere tra unisce un convento di suore e la prostituzione, scelse la vita di strada.
A sedici anni, scomparve dai registri, per riapparire solo quattro anni più tardi, quando venne arrestata per aver ucciso una guardia cittadina. Fortunatamente per lei, Giovanni Auditore la difese in tribunale, vincendo la causa per autodifesa, e in seguito la introdusse negli Assassini. Uscita di prigione, Paola ha poi fondato il suo bordello per proteggere le altre donne sfortunate della strada.
Paola si prese cura della moglie di Giovanni, Maria, e della figlia Claudia, quando Giovanni venne giustiziato. Ha anche contribuito all'addestramento dell'unico figlio sopravvissuto di Giovanni, Ezio, insegnandogli a nascondersi tra la folla. Lei lo mandò da Leonardo da Vinci, per riparare la Lama Celata del padre Giovanni, che si era rotta in una battaglia a Roma. Dopo che Ezio uccise Uberto Alberti, Paola lo fece tornare in incognito, e lo lasciò partire assieme alla sua famiglia per Monteriggioni.
Nel 1488, dopo il combattimento tra Ezio e Rodrigo Borgia per il possesso della Mela dell'Eden a Venezia, essa si rivela come un'Assassina, e presenziò anche alla Cerimonia di iniziazione di Ezio.
Durante i Falò delle vanità, Paola, in collaborazione con La Volpe, ha aiutato Ezio istigando i cittadini di Firenze per spodestare Girolamo Savonarola.
Nel 1499, Paola si recò a Villa Auditore per formulare un piano per assassinare Rodrigo Borgia. Il suo ruolo era quello di aiutare gli altri a creare scompiglio in città, lasciando Ezio ad infiltrarsi nella Cappella Sistina.

Biografia (Teodora)

Benché Teodora, avendo preso i voti, avesse il nome secolare, alcuni documenti relativi alle imposte ci informano che crebbe nella famiglia Contanto. I suoi genitori erano proprietari di una gioielleria, dove Teodora aiutava la madre nella gestione della bottega. Un cliente del negozio scrisse nel 1462: "Acquistato oggi un paio di orecchini presso la bottega dei Contanto, qui da presso. Una leggiadra fanciulla li ha impacchettati. Quando mi ha porto l'involto, le nostre dita si sono sfiorate. Sono dovuto uscire di corsa. Signore mio, quando mai ho preso moglie!".
Stando ai documenti dei magistrati, pare che Teodora, compiuti diciassette anni, non si limitasse a sfiorare le dita altrui. Il 26 novembre del 1467 fu accusata di aver commesso adulterio con un uomo sposato e fu denunciata dalla moglie di lui. Come spesso accadeva in questi casi, i genitori la rinchiusero in un convento, affinché concludesse i suoi giorni nella preghiera e nel silenzio.
Teodora entò nel convento presso Santa Maria degli Angeli nel 1467, decisa ad implorare perdono per i propri peccati. Ma nel 1473 ne fuggì, lasciando inchiodato un messaggio al portone d'ingresso. Il messaggio diceva che la vita nei chiostro appariva sterile e poco spirituale, e che solo grazie all'unione con un compagno si può davvero entrare nella grazia di Dio.

Teodora aprì La Rosa della Virtù nello stesso anno. Secondo il poeta Pietro Bembo, assiduo frequentatore, il suo bordello era era "il tempio di un nuovo Cattolicesimo".
Nel 1486 Ezio Auditore da Firenze, intenzionato a liberare Venezia dal neoeletto Doge Templare Marco Barbarigo, cercò consiglio e aiuto presso il capo della gilda dei ladri di Venezia, Antonio de Magianis, che, su informazione dell'amico Leonardo da Vinci, trovò a La Rosa della Virtù mentre si intratteneva con Teodora e alcune cortigiane. In quell'occasione Antonio presentò Ezio a Teodora e, dato lo stupore dell'Assassino alla vista di una suora di quel genere, ella gli illustrò le sue teorie riguardo la religione e la spiritualità. La discussione fu però interrotta dell'urlo di una cortigiana che aveva assistito all'omicidio di una delle sue compagne, ad opera di uno dei clienti del locale, che stava ormai fuggendo. Così, Ezio, su invito della stessa Teodora, corse all'inseguimento dell'omicida. Dopo aver ucciso l'uomo, Ezio tornò a La Rosa della Virtù e disse ad Antonio il motivo per cui lo aveva cercato. I due, così, discussero riguardo la difficoltà di uccidere il Doge a causa della sua accortezza. Teodora, che stava ascoltando la discussione, disse che, anche se Marco Barbarigo lasciava raramente il Palazzo Ducale all'interno del quale era al sicuro, non avrebbe mai rinunciato a partecipare al grande ricevimento, da lui stesso organizzato in occasione del Carnevale, che si sarebbe tenuto quella sera stessa e, quindi, suggerì quello come il momento adatto per colpire. La suora aggiunse però che solo chi indossava una delle particolari maschere numerate d'oro avrebbe potuto partecipare al ricevimento privato del Doge e, dopo aver accompagnato Ezio allo Squero di San Trovaso, dove si svolgevano i giochi del Carnevale, gli mostrò che una delle maschere sarebbe andata in premio a chi avrebbe vinto tutte e quattro le prove dei giochi.
Nonostante Ezio vinse in tutte le prove previste per ottenere la maschera, alla fine dei giochi, i cui giudizi finali furono truccati da Silvio Barbarigo, il premio fu consegnato alla guardia del corpo di Marco Barbarigo, Dante Moro. Tornato a La Rosa della Virtù, Ezio, Antonio e Teodora discussero riguardo al da farsi e, dopo aver saputo da una cortigiana che Dante si stava dirigendo al ricevimento del Doge con la maschera d'oro, la suora suggerì a Ezio di sfruttare le cortigiane per distrarre l'uomo al fine di potergli rubare più agevolmente la maschera, poichè ucciderlo avrebbe certamente indotto il Doge, Marco Barbarigo, ad annullare il ricevimento, e andare così al suo posto alla festa privata.
Una volta recuperata la maschera d'oro, Ezio andò al luogo del ricevimento privato, dove Teodora lo informò che il Doge si trovava su una barca attraccata poco al largo dal luogo della festa e che, dopo poco tempo, avrebbe tenuto un discorso pubblico dalla stessa barca, che sarebbe stato il momento adatto per uccidere l'uomo, e suggerì all'Assassino di muoversi nella folla sfruttando le sue cortigiane per non essere individuato dalle guardie. Durante il discorso del Doge, Teodora, dopo aver accordato sull'affermazione di Ezio che sosteneva che, per restare al sicuro, Marco Barbarigo non avrebbe abbandonato la barca su cui si trovava, suggerì all'Assassino di utilizzare la sua pistola celata per uccidere l'uomo a distanza, e di far esplodere il suo colpo nello stesso istante in cui venivano lanciati i fuochi artificiali della festa, in modo da coprirne il rumore e non essere così scoperto.
Dopo l'assassinio del Doge, Ezio tornò a La Rosa della Virtù dove Teodora, interrompendo quello che Antonio stava dicendo a Ezio, gli propose di riposarsi e di cercare conforto in quel luogo. Ezio, che sperava di concedersi del riposo in una notte insieme alla suora, fu interrotto da questa che chiamò a confortarlo le sue cortigiane.
Nel 1488, durante lo scontro che Ezio Auditore ebbe contro il Gran Maestro dell'Ordine dei Templari, Rodrigo Borgia, a Venezia, Teodora giunse in aiuto del fiorentino al fianco di tutti gli altri Assassini che, fino a quel punto, lo avevano aiutato nel suo viaggio alla caccia del templare e che, così, gli rivelarono di fare parte dell'Ordine degli Assassini.
La sera stessa Teodora e gli altri Assassini fecero prestare giuramento a Ezio e lo introdussero ufficialmente nell'Ordine degli Assassini.
Nel 1499, dopo che Ezio Auditore recuperò tutte le pagine del codice degli Assassini, Teodora e gli altri membri di spicco dell'Ordine degli Assassini si incontrarono a Villa Auditore, a Monteriggioni, per trovare l'esatta ubicazione della Cripta. Dopo aver scoperto che la Cripta si trovava a Roma, nel distretto del Vaticano, Teodora e gli altri Assassini dissero a Ezio che avrebbero scatenato dei disordini nella città in modo da facilitare l'ingresso di questo in Vaticano.

Paola e Teodora appaiono in Assassin's Creed II, dove hanno ruolo di aiutanti e alleate di Ezio.



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