giovedì 2 agosto 2012

Sofia Sartor

Sofia Sartor (Costantinopoli, 1476 - ?) era una libraia di origine veneziana, vissuta a Costantinopoli nel XVI secolo. Durante il suo periodo a Costantinopoli, conobbe Ezio Auditore da Firenze, il Mentore degli Assassini italiani, di cui divenne poi la moglie e da cui ebbe due figli, Flavia e Marcello.

Biografia

Giovinezza

Sofia nacque a Costantinopoli nel 1476 da genitori veneziani e visse nel quartiere veneziano della città per gran parte della sua giovinezza. Nel 1498 lei e la sua famiglia, in pericolo a causa della guerra tra Ottomani e Veneziani che scoppiò in quell'anno, furono costretti a fuggire in Italia.
Nel 1505 il padre di Sofia commissionò al pittore tedesco Albrecht Dürer un ritratto della figlia, come regalo per il ventesimo compleanno della ragazza, offrendo all'artista qualunque prezzo volesse per il suo lavoro. Tuttavia il pittore non chiese nessun compenso per il quadro, in quanto, per lui, avere l'onore di ritrarre la bellezza di Sofia su una tela era già una paga più che sufficiente.
Successivamente, nel 1507, conclusasi la guerra tra i Veneziani e gli Ottomani, Sofia fece ritorno alla sua città natale, dove rilevò la libreria che era stata in precedenza di proprietà del padre, allo scopo di diffondere tra il povero popolo ottomano la conoscenza e di trasmettere agli altri la sua grande passione per i libri e la letteratura.

L'incontro con Ezio Auditore

Nel 1511, dopo un viaggio a Rodi, Sofia tornò a Costantinopoli sulla stessa nave del principe ottomano Solimano I e del Gran Maestro dell'Ordine degli Assassini, Ezio Auditore da Firenze.
A sua insaputa la sua libreria sorgeva nel luogo dove una volta si trovava la stazione commerciale dei fratelli veneziani Niccolò e Maffeo Polo, gli uomini che fondarono la Gilda degli Assassini di Costantinopoli. Per questo motivo Ezio Auditore, alla ricerca delle Chiavi della biblioteca di Altair nascoste in città dai due Polo, visitò la bottega di Sofia e facendo così la sua conoscenza. In quell'occasione Ezio, nel retrobottega della libreria, trovò un passaggio per la sottostante Cisterna di Yerebatan dalla quale recuperò una delle chiavi e una mappa lasciata dai fratelli Polo mostrante la posizione di alcuni loro antichi e rari libri nascosti in città. Ezio, dopo aver mostrato a Sofia le sue scoperte, le spiegò che i libri indicati sulla mappa avrebbero condotto alle chiavi mancanti e le chiese aiuto per trovarli. La donna accettò con entusiasmo, reputando Ezio e la sua ricerca interessanti, chiedendo però in cambio i libri ritrovati una volta che l'uomo avesse trovato quello che stava cercando.

La ricerca dei libri

Un giorno Sofia lasciò la sua bottega e andò a uno dei porti della città di Costantinopoli per ritirare un pacco contenete un manoscritto a lei indirizzato da una nave appena approdata. Tuttavia la donna attese per ore sulla banchina, in quanto le guardie le impedivano di recuperare ciò che era suo a causa dei documenti del capitano della nave portante il pacco che sembravano essere furoi regola. Ezio si offrì di recuperare il manoscritto della donna permettendole così di tornare nella sua bottega per dedicarsi ai suoi affari. Ezio recuperò e portò a Sofia il pacco a lei destinato e lei in cambio gli disse di aver decifrato una prima parte della mappa dei Polo, dicendogli dove recarsi per recuperare il primo dei libri.
Dopo qualche tempo Ezio tornò a fare visita a Sofia nella sua bottega portandole, come promesso, il libro che lui aveva recuperato grazie all'aiuto della donna. In quell'occasione Sofia disse a Ezio che dalla libreria era stato rubato un quadro dipinto dal pittore tedesco Albrecht Dürer a cui lei era molto affezionata. Dopo la conversazione Ezio uscì dal negozio al fine di recuperare il dipinto e, poche ore dopo, i due si incontrarono e l'uomo restituì il quadro alla legittima proprietaria che gli indicò la posizione del libro successivo. La donna però, sempre più incuriosita e affascinata dall'assassino, chiese all'uomo riguardo il suo lavoro e Ezio le rispose dicendo che riguardava l'isegnamento. Vedendo il viso dubbioso di Sofia, Ezio promise di spiegarle tutto una volta conclusa la sua ricerca.
Successivamente Ezio fece di nuovo visita alla bottega di Sofia, dove si prese una pausa dalla sua ricerca leggendo uno dei libri del negozio, condividendo così l'interesse della donna per la letteratura. Sofia disse a Ezio della sua intenzione di recarsi ad Adrianopoli pochi giorni dopo per visitare una nova stamperia e chiese all'assassino di accompagnarla. Ezio dovette declinare l'invito in quanto la sua ricerca non gli permetteva delle distrazioni troppo lunghe. Sofia annuì e prese subito a decifrare la mappa lasciata dai Polo al fine di trovare la posizione dell'ultimo libro, chiedendo però a Ezio di attendere fino al giorno dopo per conoscerla, in quanto lei sarebbe stata impegnata in una commissione quello stesso giorno. Ezio si offrì di sbrigare lui quella commissione per offrire così a Sofia il tempo necessario per localizzare il libro. La donna chiese all'uomo di recuperare dei tulipani bianchi e di incontrarla successivamente in un parco nei pressi della moschea di Hagia Sophia. Ezio si procurò i fiori e si recò al luogo dell'appuntamento dove Sofia aveva preparato del cibo e della bevande per loro due da consumare in una sorta di pic-nic, dopo il quale la donna rivelò a Ezio dove era nascosto l'ultimo libro lasciato dai fratelli Polo.

Il rapimento

Dopo aver fatto ritorno dalla sua visita alla stamperia di Adrianopoli, Sofia riprese a badare agli affari della sua bottega, sotto la protezione del capo della Gilda degli Assassini di Costantinopoli, Yusuf Tazim, che svolse il compito su ordine di Ezio.
Nel Marzo del 1512 Sofia fu rapita dai Templari Bizantini, guidati dal principe ottomano Ahmet, che uccisero Yusuf nella cattura.
Sapendo che Sofia era in pericolo, appena tornato dalla Cappadocia, Ezio andò nella bottega della donna dove trovò solamente il corpo morto di Yusuf circondato da quelli di molti soldati bizantini, così mosse gli Assassini della città contro l'Arsenale al fine di uccidere Ahmet per vendicare la morte di Yusuf e trovare Sofia. Una volta trovato il principe Ahmet, Ezio fu costretto da questo a scambiare le cinque Chiavi della biblioteca di Masyaf in suo possesso con la giovane donna veneziana. Gli uomini si incontrarono per effettuare lo scambio alla base della Torre di Galata, in cima alla quale Sofia era prigioniera di un bizantino, pronto a lanciarla nel vuoto nel caso in cui l'assassino non fosse stato ai patti. Una volta consegnate le Chiavi, Ezio si arrampicò in cima alla torre per salvare la donna; solo in cima scoprì che colei che stava salvando non era Sofia, ma solo un'esca. Dalla torre però, Ezio vide la vera Sofia appesa per il collo ad un albero poco distante dalla torre di Galata; così si precipitò a salvarla. Una volta soccorsa, Ezio le chiese scusa per averla trascinata nella sua pericolosa vita e lei gli rispose che purtroppo non è lui il responsabile delle azioni degli altri uomini. Prima ancora di avere il tempo di chiedere a Ezio chi fossero gli uomini che le avevano fatto del male, l'uomo la trascinò su un carro che lanciò all'inseguimento del principe Ahmet che stava lasciando la città con le cinque Chiavi.

L'inseguimento del principe Ahmet

Ezio e Sofia, a bordo del loro carro, inseguirono la carrozza di Ahmet nella campagna di Costantinopoli. Dopo aver distrutto due carrozze delle guardie bizantine, il carro dei due si scontrò contro un muro e Sofia si aggrappò ad un lato del veicolo per non esserne sbalzata fuori. Nel tentativo di salvarla Ezio scivolò e, dopo essere caduto dal carro, si aggrappò a una fune attacccata al retro di questo. Dopodichè l'assassino aprì il suo paracadute e veleggiò con esso dietro al carro a cui era appeso. In quel momento Sofia riuscì a risalire sul carro e lo guidò dietro a quello di Ahmet, trascinando Ezio appeso al paracadute che la difese dalla guardie bizantine durante l'inseguimento per la campagna turca. Il suo carro venne però distrutto in uno scontro con quello del principe ottomano e la donna spinse Ezio a proseguire il suo inseguimento da solo e di non preoccuparsi per lei. Ezio recuperò le Chiavi e si preparò allo scontro finale con Ahmet. In quel momento però intervenne il fratello di Ahmet e padre di Solimano I, Selim I, appena nominato Sultano da loro padre, che lo uccise scagliandolo giù da una scogliera. Sofia raggiunse Ezio mentre questo si stava presentando al nuovo Sultano, che lo provocò. La donna riuscì a fermare Ezio prima che potesse colpire Selim I, dicendogli di seguire l'ordine del nuovo Sultano di lasciare Costantinopoli e che quella non era più la sua battaglia, dal momento che Ahmet era stato sconfitto e le Chiavi recuperate.

Il viaggio a Masyaf

Dopo aver recuperato le Chiavi della biblioteca di Altair, Sofia, decisa a conoscere la vita di Ezio, partì con lui verso la fortezza degli Assassini di Masyaf, che i due raggiunsero dopo una tappa a San Giovanni d'Acri.
Sofia ed Ezio raggiunsero il villaggio di Masyaf e si diressero verso il castello abbandonato da secoli. Durante la salita Ezio raccontò alla donna la storia degli Assassini e quella di Altair e, raccontando anche la sua, le confidò della sua scelta di abbandonare quel tipo di vita. Una volta raggiunta la porta della biblioteca di Altair, Sofia aiutò Ezio a risolvere l'enigma che permetteva di aprirla e, una volta aperta la porta, gli chiese di uscire vivo dalla stanza. Dopo che Ezio uscì dalla biblioteca e raggiunse Sofia, i due si diressero verso Roma.

Vita in Italia

Sofia ed Ezio si sposarono a Venezia. Ebbero due figli, Flavia e Marcello. Nel 1519 andarono a vivere in una villa in Toscana.

Sofia Sartor appare in Assassin's Creed Revelations dove ha ruolo di aiutante, alleata e successivamente moglie di Ezio.

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