lunedì 6 agosto 2012

Micheletto Corella

Micheletto Corella (Valencia, 1470 - Valencia, 1506) è stato uno dei tre generali di Cesare Borgia e il suo sicario personale, ed il governatore di Piombino.

Biografia

Giovinezza

Micheletto Corella nacque a Valencia, in Spagna, e crebbe nella città italiana di Pisa. Era un amico d' infanzia di Cesare Borgia, con il quale intraprese gli studi, ed in seguito divenne la sua guardia del corpo.

Al servizio dei Borgia

Nel 1496, milita al servizio di Giovanni Borgia, duca di Gandia. Nel luglio 1497, Rodrigo Borgia lo invia a Monteleone d'Orvieto, per soccorrere gli abitanti di Orvieto, minacciati da Bandino da Castel della Pieve. Lì, nel 1500, Micheletto fa impiccare un gruppo di Assassini comandati da Bartolomeo d'Alviano.
Micheletto continuò a servire i Borgia per il resto della sua vita, in particolare Cesare. Divenne il sicario personale di Cesare, uccidendo chiunque osava opporsi a Cesare.

Assedio di Monteriggioni

Nel gennaio del 1500, accompagnò Cesare per assediare Monteriggioni, al fine di uccidere gli Auditore ed acquisire la Mela dell'Eden. Tornarono a casa vittoriosi con la Mela e con la gioia di aver ucciso Mario Auditore.

Omicidi

Molti degli omicidi Micheletto sono sconosciuti, anche se alcuni vennero registrati.
Alla testa di alcuni sicari, il 18 agosto 1500 irrompe nella torre nuova, nel giardino di San Pietro, per uccidere Alfonso d'Aragona, secondo marito della sorella di Cesare: Lucrezia Borgia. Entrato nella sua camera, arresta tutti i presenti con il pretesto di un complotto ai danni del papa. Quindi, davanti a Cesare, strangola a letto il convalescente Alfonso.
Nel 1502, Micheletto uccise Giulio Cesare da Varano e tre dei suoi figli, per aiutare Cesare a prendere Camerino. Cesare vi riuscì, ma alcune delle sue truppe morirono in un imboscata da parte di una squadra di Assassini, guidata da Francesco Vecellio.
Micheletto uccise Astorre III Manfredi, governatore di Faenza, il 9 Giugno 1502, all'interno di Castel Sant'Angelo.
Il 31 dicembre 1502, Micheletto strangolò Oliverotto da Fermo e Vitellozzo Vitelli per aver cospirato contro Cesare.
A Capodanno del 1503, Cesare ordinò l'arresto di tutti i suoi capitani che avevano lasciato il suo esercito e poi rientrati, due dei quali furono strangolati alle spalle da Micheletto. Il resto degli uomini vennero imprigionati.

Addestramento di Giovanni

Diverse volte, tra il 1500 e il 1503, Micheletto fu incaricato di addestrare Giovanni Borgia, figlio adottivo di Cesare e biologico di Lucrezia. Ha tentato di istruire il giovane Borgia ad essere duro e spietato, strangolando un vecchio che stava parlando con Giovanni e picchiando quest'ultimo. Invece, Giovanni odiava profondamente Micheletto, e ciò divenne uno dei motivi che lo indusse a fuggire di casa ed entrare nell'Ordine degli Assassini.

Ultimi compiti

Nel 1503, Micheletto accompagnò Cesare ad un incontro con Francesco Troche, che aveva detto al fratello Egidio dei piani di Cesare per la Romagna. Egidio inviò una lettera all'ambasciatore di Venezia per allertarlo, anche se venne intercettata. Inoltre, Francesco venne accusato di spionaggio a favore dei francesi per avere detto loro dei negoziati tra Alessandro VI ed il re di Spagna. Francesco pregò Cesare di risparmiargli la vita, ma alla fine rimase strangolato a morte da Micheletto, e il suo corpo fu gettato nel Tevere. Micheletto poi si incontrò con delle guardie, dando loro costumi per il dramma della Passione al Colosseo, dove Micheletto doveva uccidere Pietro Rossi, amante di Lucrezia. Alla sua insaputa, era stato seguito dall'Assassino Ezio Auditore da Firenze, che aveva mandato i suoi adepti a rubare i costumi di scena.
Ezio continuò a seguire Micheletto fino al Colosseo, dove, indossato un costume, Ezio seguì Micheletto sul palco. Avvicinatosi a Micheletto, Ezio lo attaccò con la Lama Celata. Tuttavia, Ezio non lo uccise, dicendogli che "chi è causa del suo male è causa della propria distruzione".
Cesare poi uccise suo padre, Rodrigo Borgia, dopo che quest'ultimo tentò di avvelenarlo. Di conseguenza, l'influenza su Roma dei Borgia, dopo la morte del papa successivo a Rodrigo, Pio III, era sparita e Cesare non ebbe più alcun potere. Cesare inviò Micheletto a radunare un esercito per marciare su Roma, anche se non arrivò mai. Quindi, Cesare fu arrestato.
Micheletto, nel 1506, si reca in Spagna per raggiungere la prigione dove era rinchiuso Cesare Borgia, il forte di La Mota. Liberatolo, essi si nascondono nel porto di Valencia per riorganizzare le truppe in vista di una successiva riconquista del regno di Napoli. Ma, dopo un attacco alle navi madri della flotta da parte di Ezio Auditore, Micheletto viene accusato dal suo padrone di negligenza e insubordinazione alla sua causa. Quindi Cesare lo ferisce con una pistola dopo una discussione in una locanda. Lì, in fin di vita, verrà poi ucciso da Macchiavelli, che accompagnava Ezio insieme a Leonardo Da Vinci.

"Ultime" parole

Ezio punta la sua lama celata alla gola di Micheletto.
  • Micheletto: Ah! Non salverai Pietro, il vino che ha bevuto era avvelenato. Come promesso a Cesare, ho fatto le cose per bene.
Ezio ritira la lama celata.
  • Micheletto: Non sono ancora morto.
  • Ezio: Non sono qui per ucciderti. Chi è causa dell'ascesa al potere di qualcun altro è causa anche della propria distruzione.

Appare in: Assassin's Creed Brotherhood. Ruolo: Nemico Templare, bersaglio di Ezio. 

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