domenica 5 agosto 2012

Jacopo de' Pazzi e Congiurati

Jacopo de' Pazzi (Firenze, 1421 - San Gimignano, 1480) (nella realtà Firenze, 30 aprile 1478) era lo zio di Francesco de' Pazzi, e prozio di Vieri de' Pazzi. Egli fu anche il capo della banca di famiglia. Mentre Francesco ha guidato la famiglia nel complotto contro i Medici e gli Auditore, Jacopo si è descritto come "la voce della ragione" del gruppo.

Biografia

Jacopo viene visto da Ezio Auditore da Firenze per la prima volta a San Gimignano, assieme ai nipoti Francesco e Vieri, ed il Gran Maestro dei Templari Rodrigo Borgia. Fu visto da Ezio poi durante una riunione sotto a Santa Maria Novella a Firenze, dove lui e Francesco parlavano assieme a quattro sicari (Stefano da Bagnone, Francesco Salviati, Antonio Maffei e Bernardo Baroncelli) e Rodrigo dell'omicidio di Lorenzo de' Medici. Jacopo fu poi visto in Piazza della Signoria, dove, a cavallo, incitava la gente a ribellarsi per la libertà. Tuttavia, dopo aver visto il corpo di Francesco pendere da Palazzo della Signoria, fuggì dalla città.
Ezio Auditore in seguito, dopo aver ucciso i suoi sottoposti, pedinò Jacopo ad un incontro con i altri congiurati Templari nell'Antico Teatro Romano, fuori da San Gimignano. Qui, Jacopo fu sgridato e poi ferito gravemente da Rodrigo Borgia ed Emilio Barbarigo. Jacopo rimase vivo per miracolo, fino a quando Ezio, dopo, pose fine alla sua sofferenza.

Biografia storica

Nacque a Firenze da Andrea de' Pazzi, ed era legato ai Medici dal matrimonio del nipote con la sorella di Lorenzo de' Medici. Si scontrò con la famiglia Medici per questioni ereditarie e per questioni politiche. Jacopo era infatti uno dei cittadini più ricchi ed illustri di Firenze.
Tramite il nipote Francesco de' Pazzi, tesoriere di Sisto IV, fu finanziata la congiura. Il 26 aprile 1478, tramite dei sicari ed il nipote, venne ucciso Giuliano de' Medici e ferito il fratello Lorenzo durante la Messa.
La congiura però fallì per il sostegno del popolo del quale godevano i Medici. Fu la folla a stanare Francesco, Jacopo e gli altri responsabili, ed impiccarli ad una finestra di Palazzo della Signoria, nel giro di poche ore dopo l'attentato.
Jacopo tentò di sollevare un'insurrezione al grido di "Libertà!", ma venne preso a sassate e cercò di fuggire da Firenze. Venne sorpreso mentre cercava di valicare l'Appennino e, nonostante le sue preghiere, venne riconsegnato a Firenze, dove fu impiccato il 30 aprile.
Dopo essere stato seppellito in Santa Croce, una serie di piogge scroscianti fece credere ai contadini che si trattava di una punizione divina per aver sepolto in una terra consacrata un uomo tanto peccaminoso. Indicato come bestemmiatore, tra il popolo si iniziò a dire che, prima di morire, avesse venduto la sua anima al diavolo. Venne così disseppellito e sepolto fuori dalle mura, dove un gruppo di ragazzacci, a tre settimane dalla morte, lo disseppellirono per portarlo davanti a Palazzo Pazzi, in un macabro scherzo verso i suoi familiari. Il cadavere fu, infine, gettato nell'Arno.

Ultime Parole

  • Jacopo: (senza fiato).
  • Ezio: Vai, amico, libero da fardelli e da paure. Requiescat in Pace
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Antonio Maffei (1450 - 1478) è stato uno dei monaci che furono sotto l'impiego di Lorenzo de' Medici. Egli era in combutta con Uberto Alberti, e fu uno dei membri della congiura che cercò di assassinare i Medici.

Biografia

Collaborazione con i Templari

Giovanni Auditore da Firenze, un alleato dei Medici, intercetta una lettera dei cospiratori sospettati dell'omicidio del duca di Milano a Venezia, che è stata chiusa con il sigillo dei Barbarigo. Quando Giovanni mostrò la lettera a Lorenzo e ad Alberti, quest'ultimo presto si rese conto che i contenuti fossero criptati, e che la traduzione avrebbe richiedesto diverse ore. Alberti poi consegnò la lettera a padre Maffei, per farla decifrare.
Più tardi, quella notte, Maffei consegnò la traduzione integrale della lettera ad Alberti, che lo elogiòato per il buon lavoro, e gli disse di chiamare Giovanni per la sua prossima missione. Prima di partire, Alberti gli intimò di non raccontare a nessuno il vero contenuto della lettera. Dopo aver fatto arrivare Giovanni dalla sua residenza, Alberti sostenne che era impossibile decodificarla, e gli consegnò il documento, chiuso con un nuovo sigillo creato da Maffei, per portarlo a Roma.
Dopo il fallimento di Giovanni nella missione di cattura di Rodrigo Borgia, tornò nel suo Palazzo, e sua moglie gli curò una ferita procurata in un combattimento. Padre Maffei comparse di fronte alla residenza con delle guardie armate, per catturare l'Assassino. Tuttavia, Giovanni eluse Maffei grazie al figlio Federico, che guadagnò tempo per far fuggire il padre da un passaggio segreto. Con questa mossa ardita fallisce un primo tentativo di due per catturare Giovanni.

Congiura dei Pazzi e morte

Maffei accusò i Medici per il Sacco di Volterra, sua città natale, da parte dei mercenari fiorentini. Si incontrò in una camera segreta sotto Santa Maria Novella con Rodrigo Borgia e gli altri cospiratori. Padre Maffei ha partecipato il giorno dopo al tentativo di assassinio di Lorenzo, dove, inesperto con le armi, fece un taglio a Lorenzo sotto l' orecchio. Maffei fuggì con gli altri congiurati nelle campagne toscane.
Impazzito, salì in cima alla torre più alta di San Gimignano, gridando farneticazioni e lanciando frecce. Ezio, allora, lo assassinò. Antonio Maffei fu l'unico cospiratore a non fornire informazioni su Jacopo de' Pazzi.

Ultime Parole

  • Antonio: Vattene, demonio!
  • Ezio: Abbi rispetto per la morte, amico mio.
  • Antonio: Te lo dò io, il rispetto!
  • Ezio: No, io. Che tu possa alfine trovare riposo, nel corpo e nella mente. Requiescat in Pace.

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Stefano da Bagnone (1418 - 1480) fu uno dei membri della Congiura dei Pazzi che tentò di assassinare Lorenzo de' Medici. Era un monaco e segretario di Jacopo de' Pazzi, e uno degli uomini che Jacopo ingaggiò per uccidere Lorenzo

Biografia

Nel 1478, Stefano incontrò dei Templari nelle catacombe sotto Santa Maria Novella, dove diede una benedizione per l'operazione dei Templari, che prevedeva di prendere il controllo di Firenze. La mattina seguente, Stefano era presente al Duomo, dove pugnalò Lorenzo de' Medici alle spalle. Dopo il fallimento della congiura dei Pazzi, Stefano fuggì nelle campagne della Toscana.
Una volta arrivato in Toscana, Stefano cercò rifugio nel monastero di Monte Oliveto Maggiore. Mentre era lì, venne assassinato da Ezio Auditore da Firenze, mentre cercava di convincere un altro monaco che Dio non esisteva.

Ultime parole

  • Stefano: Adesso vedrò chi aveva ragione...
  • Ezio: Dov'è Jacopo?
  • Stefano: Non ho nulla da temere ormai... Si incontrano all'ombra degli dei romani...
  • Ezio: Ora sei libero dalla paura. Requiescat in Pace.




Francesco Salviati Riario (1443 - 1479) è stato un Arcivescovo di Pisa e uno dei cospiratori della Congiura dei Pazzi.

Biografia

Francesco era convinto che egli sarebbe stato arcivescovo di Firenze, ma si infuriò quando Lorenzo de' Medici ostacolò i suoi piani. Tuttavia, i Templari si proposero per aiutarlo nella sua vendetta. Fu Francesco a guidare le truppe dei Templari in città. In seguito, scambiò le sue vesti da arcivescovo con un semplice contadino, che venne impiccato, e Salviati fuggì nella sua villa nelle campagne toscane. Fu assassinato dall'Assassino Ezio Auditore da Firenze, con l'aiuto dei mercenari dello zio Mario Auditore.

Ultime Parole

  • Ezio: Dove è Jacopo?
  • Salviati: Sa che lo stai cercando... Esce solo con le tenebre per incontrare gli altri...
  • Ezio: Questo riguarda il quando... Ora dimmi dove.
Francesco muore.
  • Ezio: La fede dovrebbe dare conforto, non pena. Requiescat in Pace.
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Bernardo Baroncelli (1453 - 1480) era un banchiere dei Pazzi, e uno dei congiurati che ha tentato di uccidere Lorenzo de' Medici ed il fratello Giuliano.

Biografia

È cresciuto odiando i Medici per l'esilio dei suoi cugini. Assoldato da Jacopo de' Pazzi per uccidere i due fratelli Medici, fu lui a colpire per primo Guiliano. Baroncelli è stato successivamente catturato mentre tentava di fuggire a Costantinopoli, ma riuscì a fuggire dalle guardie, trovando rifugio a San Gimignano. Lì, Baroncelli venne assassinato da Ezio Auditore da Firenze. Poco prima della sua morte, era evidentemente diventato paranoico, e stava borbottando tra sé su come navigare in sicurezza. Fuggì alla vista di Ezio, che comunque lo inseguì fino ad ucciderlo.

Ultime Parole

  • Baroncelli: Sapevo che saresti venuto...
  • Ezio: Dov'è Jacopo?
  • Baroncelli: Per poter fare a lui ciò che hai fatto a me?
  • Ezio: C'è ancora tempo per ripulirti la coscienza.
  • Baroncelli: Ci riuniamo in chiesa quando viene indetto un convegno.
  • Ezio: Mi duole dover giungere a tanto. Requiescat in Pace.

Appaiono in: Assassin's Creed II. Ruolo: Nemici Templari, bersagli di Ezio.


 
 

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